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Giordano: per uscirne si torni alla ferrettara
Continua il dibattito sulla crisi che sta investendo il settore della pesca. Se da un lato c’è chi chiede maggiori sussidi per i pescatori in difficoltà, dall’altro c’è chi invoca il ritorno alla ferrettara come unica via d’uscita possibile. Tra questi c’è il consigliere delegato alla pesca Mariano Giordano, che interviene ancora una volta per ribadire che la pesca del pesce spada con le reti può essere riattivata. Giordano non ci sta che sia proprio il sindacato della categoria dei pescatori CGIL CALABRIA, ALPA CGIL Calabria e CGIL RC Locri, a gettare la spugna.
«Penso che tutti, politica, sindacati e parte di pescatori, stiano giocando una loro partita. Ad alcuni pescatori conviene dismettere le ferrettare e prendersi i soldi, i sindacati sommano le cifre da evolvere tra gli interessati e una certa politica fa da filo conduttore». Sono le parole dure di Giordano, che si dice “sconcertato” di fronte a tale presa di posizione del sindacato e chiede :« Ma le migliaia di posti di lavoro che si stanno perdendo chi li colmerà? Lo sfacelo dell’ecosistema chi lo salverà?». Rivolgendosi proprio alla CGIL che, proprio in questi giorni, ha proposto che vengano attivate tutte le misure possibili per aiutare i pescatori in crisi, attingendo dai fondi europei, ammonisce: «Fate pure la vostra parte, amici del sindacato, ma non intralciate il cammino di chi vuole cavalcare l’unica soluzione possibile». Soluzione che per il consigliere consiste nel riarmare i pescatori artigianali con le piccole barche e con poche centinaia di metri di reti per la cattura del pesce spada e nel porre fine alla lunga telenovela dei pescherecci dando loro un congruo e definitivo contributo. Infine Giordano apprezza il segnale d’interesse da parte dalla Provincia, tramite il presidente Raffa e l’assessore Pirrotta.
Giusy Nuri (L’Ora della Calabria 23/10/13) torna sopra |
Pesca, Giordano: servono regole, chiarezza e certezza
Nell’acceso dibattito sulle problematiche della pesca scaturito tra l’assessore Vincenzo Bagnato di Bagnara e l’assessore regionale Michele Trematerra ,si inserisce per dire la propria anche Mariano Giordano, consigliere delegato alla pesca per il comune di Scilla. Per il consigliere, i problemi della pesca non si risolvono accusandosi vicendevolmente e ammonisce : «Litigare proprio non serve, anzi ci distanzia dal bene comune. Chiedere sostentamenti economici è come vivere attaccati alle bombole d’ossigeno. Bisogna finirla con la politica del mancato guadagno e le conversioni inutili». Bagnato aveva, infatti, accusato la Regione Calabria di essersi data poco da fare per risollevare le sorti dei pescatori, utilizzando i fondi europei. Giordano da mesi ribadisce che i mali della pesca nella nostra regione sono precipitati da quando la Comunità Europea ha sancito le dismissioni delle reti per la cattura del pesce spada. La pesca del pesce spada è stata, infatti, da secoli fatta principalmente con le reti, rendendola abbastanza redditizia, favorendo la flora e la fauna marina. «È giunta l’ora –sollecita- di farcene una ragione e lottare per ristabilire questa pratica di pesca». Giordano condivide la posizione di Bagnato, quando dice “le pratiche per sistemare le barche non si sono avviate perché manca il pescato” e, allo stesso tempo, concorda con Tramaterra quando afferma: “non è il momento, con i problemi che ci sono, di innescare sterili ed incomprensibili accuse”. «Abbiamo bisogno di parlare con una sola voce, con la verità, - dichiara- per cercare di ottenere certezze e non palliativi. Bisogna ritornare agli anni 70 quando non vi erano in atto le speculazioni delle grosse imbarcazioni. Se ci convinciamo di questo possiamo certamente affrontare la Comunità Europea, garantendo loro che siamo in grado di rispettare le regole. La pesca è un problema calabrese, non di Bagnara, e può rilanciare una forte economia nella nostra regione. La marineria bagnarese- conclude- va sostenuta con chiarezza, certezze e regole, affinchè la sua voglia di lavoro non venga meno e la sua tenacia non si trasformi in rabbia». Giusy Nuri (L’Ora della Calabria 19/10/13) torna sopra |
Dissesto finanziario. Parlano i commissari
È passato un anno dalla dichiarazione del dissesto finanziario da parte del consiglio comunale di Scilla. Da allora, a parte le polemiche sull’opportunità o meno della decisione maturata dall’amministrazione Caratozzolo, poco si è saputo circa la situazione finanziaria post dissesto e su quello che si sta facendo per risollevare le casse comunali. Una cosa è certa: la triade commissariale, composta da Gianfranco Ielo, Salvatore Del Giglio e Annalisa Di Leo, nominata con decreto del presidente della Repubblica del 01-02-2013, si è messa sotto per far uscire in tempi brevi l’ente dal default, in modo tale che il comune possa iniziare una nuova stagione, sgombra dal carico dei debiti pregressi. A confermare l’impegno in questa direzione sono i commissari Gianfranco Ielo e Annalisa Di Leo, a cui abbiamo chiesto di fare un punto della situazione rispetto il lavoro che da circa otto mesi stanno svolgendo nel comune di Scilla. «Siamo nella fase di chiusura della rilevazione della massa passiva» dichiara il presidente della commissione straordinaria Gianfranco Ielo. Dopo l’avviso rivolto ai creditori per i debiti maturati fino al 31 dicembre 2011, sono pervenute circa 145 richieste di creditori per l’ammissione della massa passiva, che si aggiungono ai crediti già accertati. Quindi, è in una fase delicata l’attività della commissione, che si attinge a concludere, probabilmente a fine anno, il piano di rilevamento della massa passiva, che sarà sottoposto all’approvazione del Ministero degli Interni. Attualmente la massa passiva rilevata si aggira intorno agli 8/9 milioni di euro. Solo dopo questi adempimenti, si potrà procedere al pagamento pro quota dei creditori. Ovviamente, l’ente non dispone della massa attiva per fronteggiare tali crediti, pertanto sarà inevitabile la dismissione del patrimonio immobiliare. Sul dibattito ancora in corso sul si o no al dissesto i due commissari non hanno dubbi: «Era un atto dovuto, considerati gli squilibri finanziari dell’ente». Certamente, percorrendo questa strada, il comune non ha potuto beneficiare delle normative a favore degli enti predissestati, che prevedono l’istituzione di un fondo di garanzia e che sono intervenute successivamente, ma nel caso contrario «ugualmente- precisano-il comune non sarebbe riuscito ad estinguere i debiti». Guardando in avanti al futuro della cittadina della Costa Viola, i commissari sembrano, comunque, ottimisti, ma chiedono la collaborazione da parte dei cittadini per la riscossione dei tributi, da cui si attingono le risorse per il pagamento dei creditori. «La difficoltà più grossa- sottolinea Ielo- è quella di dare risposte immediate. Da parte nostra c’è la massima disponibilità a mettere in campo tutte le azioni possibili per venire incontro ai cittadini, prevedendo anche dilazioni fino al massimale consentito per il pagamento dei tributi». Ovviamente, la parte di competenza della commissione riguarda la riscossione dei tributi emessi fino al 2011, quindi «nulla di più di quanto sia già stato emesso». Un ruolo fondamentale, quindi, per “venirne fuori” ce l’hanno proprio i cittadini, in particolare coloro che non hanno provveduto a pagare quanto dovuto.
Giusy Nuri (L’Ora della Calabria 18/10/2013) torna sopra |
Velasco fa arenare la nave sul Castello Ruffo di Scilla
Una barca rossa è andata a finire sopra il tetto del Castello Ruffo di Scilla. Non è fantasia ma un’installazione realizzata dall’artista Velasco Vitali insieme a ventidue studenti dell'Università Mediterranea e dell'Accademia di Belle Arti. L’opera, dal titolo “Medi Terraneo: Il mare in mezzo alle terre", è il frutto del progetto Viartis - sulle Rotte Mediterranee -, finanziato nell’ambito del POR Calabria FESR 2007/2013, che vede coinvolti il Dipartimento della Mediterranea dArTe, l'Accademia delle Belle Arti, il Conservatorio e l'Associazione onlus Borghi Solidali. Un'idea complessa che ha scelto come palcoscenico 7 località della Provincia di Reggio Calabria, per la realizzazione di percorsi di arte contemporanea. La ciliegina sulla torta del progetto è senz’altro l’installazione realizzata a Scilla, in un luogo simbolo del Mediterraneo, il Castello Ruffo. L’opera, inaugurata ieri in piazza San Rocco, è visibile dall’esterno, con un effetto particolarmente suggestivo in notturna quando la barca illuminata sembra galleggiare sul mare. Da giorni si intravede nel tetto dell’antico maniero il cantiere dell’opera, che ha scatenato la curiosità della cittadina scillese, che si è lasciata andare a diversi significati dell’opera. È l’obiettivo dello stesso artista che ha voluto consegnare alla comunità un simbolo forte e antico, che può andare in diverse direzioni, in un “imbarcare-sbarcare”, dove ognuno può aggiungere e togliere, ad ulteriore completamento dell’opera. Anche coloro che sono intervenuti all’evento finale del progetto hanno dato la propria interpretazione, come l’assessore provinciale alla cultura Lamberti Castronuovo che vede nell’istallazione «il grande fuoco della terra di Calabria». Come è stato sottolineato dal Presidente dell’ATS Maurizio D. Mauro, del Direttore Artistico Gianfranco Neri, del Direttore Tecnico Rocco Lazzaro, l’opera è il frutto di un lavoro collettivo di diversi enti, che per la prima volta, si sono messi insieme per realizzare un progetto artistico, a dimostrazione che la collaborazione serve ad avviare percorsi significativi di crescita del territorio. L’opera potrà essere ammirata fino al 30 novembre. L’impegno del sindaco di Scilla, Pasquale Caratozzolo è stato quello di far si che l’opera rimanga a Scilla, arricchendo così il patrimonio artistico della cittadina della Costa Viola, che nel giro di pochi mesi ha avuto in dono due grandi opere: quella di Velasco Vitali e la scultura raffigurante il mito di Scilla dell’artista Francesco Triglia.
Giusy Nuri (L’Ora della Calabria 11/10/13) torna sopra |
L’opera e l’arte di Vitali oggi in scena al Castello Ruffo
Sarà inaugurata oggi l’opera di Velasco Vitali, dal titolo "Medi Terraneo: Il mare in mezzo alle terre". Da giorni si intravede nel tetto del Castello Ruffo l’opera che l’artista sta realizzando con l'aiuto di 20 studenti dell'Università Mediterranea e dell'Accademia di Belle Arti. Centinaia di tronchi fissati con cordame vegetale, intrecciati tra loro per simulare il fitto fogliame di una foresta, saranno il suggestivo corridoio attraverso il quale il visitatore godrà dello scenario dello Stretto; mentre dalla piazza si intravede la sagoma rossa dei legni di un barca, il cui profilo arricchisce l'orizzonte Mediterraneo. L'opera lancia messaggi di una forza straordinaria: «Ci fa viaggiare nel tempo, ci commuove e ci scuote, - si legge in una nota- e non può non far pensare a quello che in questi giorni la drammatica cronaca racconta di quanto succede nel Mediterraneo. Certo, verrebbe voglia di odiarlo il nostro mare, ma l'arte è speranza, la rivincita della cultura sulla quotidianità, un urlo che ci ammonisce a non arrenderci mai… e l'urlo e la passione di Vitali sono un irrinunciabile privilegio per la nostra terra». L’opera è il frutto del progetto Viartis - sulle Rotte Mediterranee - che vede coinvolti il Dipartimento dArTe, l'Accademia delle Belle Arti, il Conservatorio e l'Associazione onlus Borghi Solidali. Un'idea complessa che ha scelto come palcoscenico 7 località della Provincia di Reggio Calabria, per la realizzazione di percorsi di arte contemporanea, allo scopo di animare e valorizzare un territorio struggente ma spesso degradato che non può permettersi di rinunciare all'arte e alla bellezza. L’evento clou di questo percorso iniziato lo scorso autunno sarà l’istallazione che l’artista di Bellano aveva mostrato in anteprima in una conferenza stampa, che consiste, appunto, nel posizionare una barca nel tetto del Castello Ruffo, che sembra, vista dall’alto, galleggiare sul mare.
Giusy Nuri (L’Ora della Calabria 10/10/13) torna sopra |
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